Prima la Cina, poi la nostra Italia e poi la Spagna, la Francia, la Germania, gli Stati uniti, il mondo intero…tutti a fare i conti con l’emergenza Coronavirus. Viviamo giorni durissimi, siamo tutti a casa a pregare per la nostra salute e quella dei nostri cari che spesso nemmeno possiamo vedere.
Preghiamo anche per il nostro lavoro, già il nostro lavoro chissà se sarà ancora lì una volta finito tutto questo. Si che ci sarà, ce la faremo anche questa volta, non potevamo essere preparati ad un simile evento, no che non si può, ma lo sappiamo è nei momenti difficili che l’uomo tira fuori una forza eccezionale. Madre natura ci ha resi vulnerabili ma al tempo stesso ci ha dato una forza incredibile per rialzarci. Questa forza passa anche dai piccoli gesti di solidarietà, tendere una mano a chi soffre, offrire supporto a chi ha bisogno, consci del fatto che domani potremo essere noi nella posizione di chiedere aiuto. Non abbiamo scelto noi il virus, è arrivato e basta.
Allo stesso tempo però e con molta più forza è arrivato il coraggio dei nostri medici ed infermieri che combattono questo virus bastardo nelle corsie degli ospedali. Allo stesso tempo è arrivata la solidarietà di tante persone, chi con poco, chi con molto, hanno contribuito ad aiutare chi soffre. Lo abbiamo fatto tutti e stiamo continuando a farlo, rimanendo a casa, chiudendo le nostre fabbriche, fermandoci salvaguardiamo il bene più prezioso: la nostra salute. La solidarietà è arrivata da tanti tantissimi Paesi, vicini e lontani, Paesi cosiddetti ricchi e Paesi cosiddetti poveri, tanti hanno sentito la necessità di fare qualcosa, di aiutare chi è in difficoltà inviando personale specializzato, mascherine, attrezzature ospedaliere ed offrendo posti letto nei propri ospedali.
Repubblica Ceca senza cuore
Chi non lo ha fatto è la Repubblica Ceca che ha sequestrato e trattenuto per sé un carico di 110 mila mascherine e migliaia di respiratori destinati ai reparti di terapia intensiva degli ospedali italiani donati dalla Cina all’Italia e transitati sul suolo ceco. Il governo della Repubblica Ceca lo ha fatto camuffando l’intero carico come merce di contrabbando. Giustificazione al quanto improbabile visto che su ogni scatola di mascherine vi erano delle bandiere italiane e cinesi con la doppia scritta sempre in italiano e cinese riportante lo slogan di incoraggiamento FORZA ITALIA.
Per fortuna l’intero caso è stato smascherato da un giornalista ceco dall’animo nobile Lukas Lev Cervink. La figuraccia e la cattiva immagine veicolata del Paese a livello globale da parte del primo ministro Ceco e dell’operato del suo governo è stata a dir poco eclatante.
Interscambio commerciale Italia – Repubblica Ceca
La Repubblica Ceca, o meglio Cechia dal 2016, ha cambiato nome in Cechia perché Repubblica Ceca è stato ritenuto dallo stato troppo lungo ed ingombrante ai fini commerciali e di marketing. Già il commercio ed il marketing, nel nome del quale uno Stato decide di cambiare nome. Tutto questo, ricordiamocene, accade in Europa.
Ma evidentemente il cambio nome ha funzionato. Eh sì. Dal 2016 in poi, infatti, gli scambi commerciali tra Italia e Repubblica Ceca si sono intensificati registrando nel 2018 un record storico che ha toccato per la prima volta quota 13 miliardi di euro con una bilancia commerciale in favore della Cechia invertendo un trend storico che vedeva la “vecchia” Repubblica Ceca acquistare più prodotti italiani di quanti ne esportasse verso l’Italia.
In soldoni l’interscambio commerciale Italia – Cechia nel 2019 ha visto l’Italia esportare beni per un valore complessivo di 6.470,14 milioni di Euro, mentre la Cechia ha esportato verso l’Italia beni per un valore pari a 6.804,09 milioni di Euro.
I settori industriali dominano le relazioni commerciali tra i due Paesi. La voce più importante nell’export della Cechia verso l’Italia anche se in calo del 12% rispetto all’anno precedente è rappresentata dagli autoveicoli, (quota 1,401,85 milioni di Euro) basti pensare che Skoda è un produttore di autovetture battente bandiera della Repubblica Ceca.
Dall’altra parte le esportazioni italiane più consistenti sono rappresentate dai macchinari industriali soprattutto nel campo del confezionamento automatico che di fatti nel 2018 sono aumentate dell’11 percento sfiorando il miliardo di euro. Per quanto riguarda l’omonima voce delle esportazioni ceche in Italia di macchinari e tecnologie per l’industria soprattutto macchinari utensili, nel corso dello stesso anno (2018) è aumentata del 15 percento arrivando a quota 680 milioni di euro. Un aumento del 19 percento è registrato inoltre per i prodotti in ferro e acciaio e del’11 percento per i prodotti di consumo industriali.
…Che ci serva da lezione!
Insomma da questi dati emerge una stretta collaborazione tra i due Paesi pertanto la vicenda sopra riportata della mancanza di solidarietà da parte del governo Ceco nei confronti del popolo italiano acquisisce ancora più significato.
Noi non siamo qui per emettere alcun giudizio, ci mancherebbe altro, ma una domanda la poniamo a voi tutti cari lettori del nostro blog industriale: dobbiamo tener conto delle azioni di un paese nelle relazioni commerciali che intercorrono con lo stesso oppure dobbiamo continuare a far finta di niente per il bene e la salute dei nostri affari attuali, pensando che non possa esistere una valida e altrettanto proficua via alternativa?
Ci auguriamo che alla fine di questa lunga emergenza qualcuno (in alto) sia in grado di dare una risposta a questa domanda, nel frattempo speriamo che episodi simili di mancanza di solidarietà, soprattutto in situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo, non si verifichino MAI PIÙ.