La pandemia ha fatto sì che molte imprese italiane adottassero le tecnologie che sfruttano l’intelligenza artificiale. Ciò non solo ha permesso alle aziende la prosecuzione delle proprie attività (fortuna che non tutte hanno avuto), ma ha anche portato a un netto aumento dell’efficienza dei processi. La digitalizzazione è ormai parte integrante di moltissime organizzazioni del nostro Paese che vedono nell’industria 4.0 svariate possibilità per crescere e sondare nuovi terreni. Con l’emergenza sanitaria, infatti, abbiamo visto quanto sia importante potersi espandere o, in alcuni casi, reinventarsi per non doversi fermare.
I dati emersi dalla ricerca globale di Google Cloud
Secondo la ricerca globale di Google Cloud, condotta su oltre 1.000 Senior Manufacturing Executive appartenenti a sette Paesi (Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Italia, Francia, Giappone e Sud Corea), nel Belpaese oltre l’80% delle organizzazioni ricorre a strumenti di AI nelle proprie operazioni quotidiane.
Un numero molto soddisfacente, considerando che l’Italia risulta al primo posto della classifica, seguita subito dopo dalla Germania (79%). La percentuale media globale, invece, si attesta al 64% del totale.
L’incremento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale sembra essere riconducibile a tre obiettivi principali per le imprese:
- garantire la continuità delle proprie attività;
- potenziare i processi gestionali e produttivi;
- migliorare le condizioni dei dipendenti.
Durante il periodo del Covid-19, l’adozione quotidiana dell’intelligenza artificiale ha registrato una notevole crescita in tre settori in particolare: l’industria metallurgica, quella meccanica e quella dei macchinari pesanti.
Andando nel dettaglio, tra le principali attività in cui viene impiegata maggiormente questa tecnologia, si annoverano:
- il controllo qualità, con l’ispezione di qualità al primo posto (39%) e a seguire i controlli relativi al prodotto e/o alla linea di produzione (35%);
- l’ottimizzazione della supply chain, con lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale per la gestione della catena di approvvigionamento (36%), del rischio (36%) e dell’inventario (34%).
Nella logistica poi, l’intelligenza artificiale riveste un ruolo importantissimo, non a livello industriale, ma anche per ciò che concerne l’e-commerce, sia per quanto riguarda il packaging, sia per l’organizzazione delle consegne e la gestione del servizio post vendita.
Intelligenza artificiale in Italia: un focus sul nostro Paese
Secondo l’indagine, l’Italia è in cima alla classifica dei paesi analizzati per l’adozione del modello ibrido nel settore manifatturiero. Per sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale è fondamentale che le imprese abbiano adottato il cloud. Il nostro Paese si distingue per la sua abilità di introdurre questi meccanismi nei suoi sistemi aziendali.
L’innovazione tecnologica sembra ormai essere parte integrante del tessuto produttivo italiano, tant’è che la nostra penisola ha dimostrato di adottare per l’88% delle sue organizzazioni una strategia di questo tipo.
Inoltre, il 70% degli intervistati italiani, ha affermato di ritenere che l’adozione dell’intelligenza artificiale possa aiutarli a soddisfare i bisogni dei propri clienti. I consumatori, infatti, cercano sempre di più un rapporto veloce e semplice con i brand, oltre che un’assistenza il più possibile personalizzata. Le nuove tecnologie permettono di rispondere anche a queste esigenze.
Chi non sta al passo con i trend dell’industria 4.0, quindi, rischia di perdere opportunità preziose per migliorarsi, espandendo la propria attività e identificando nuovi sbocchi nel mercato.