Ormai sono giorni che si parla solo e soltanto del nuovo virus arrivato dalla Cina e che ha colpito in pieno l’Italia, il cosiddetto Covid 19, comunemente conosciuto come Coronavirus. Aldilà delle conseguenze sulla nostra salute, lasciamo questi discorsi a medici e virologi, quest’epidemia scambiata in questi giorni per pandemia, sta scombussolando l’economia, non solo dell’Italia ma dell’Europa intera.
Lombardia e Veneto in ginocchio
Seppure la notizia del primo contagiato risale soltanto a venerdì scorso 20 febbraio 2020, i danni a livello economico sono già ben visibili. Nelle aree dove sono stati localizzati i focolai del virus tutte le attività sono ferme. Scuole, aziende, luoghi di cultura, esercizi pubblici sono chiusi al pubblico e tutte le persone sono confinate a casa per contenere la propagazione del virus.
La situazione per il turismo è drammatica. Le gite scolastiche sono state annullate, il 90% dei turisti cancellano i viaggi programmati in Italia, non solo nelle regioni più a rischio, ma anche nelle altre. Se l’imminente stagione primaverile è già stata pesantemente pregiudicata, inizia a subirne le conseguenze addirittura la prossima stagione estiva. I turisti che avevano già prenotato preferiscono cambiare la meta dove trascorrere le proprie vacanze. Il messaggio lanciato dagli altri paesi è che è pericoloso recarsi in tutta Italia, non soltanto in Lombardia e in Veneto.
Il Coronavirus aveva iniziato a colpire l’economia italiana ed europea già dai primi di gennaio, in quanto moltissimi fornitori di componentistica si trovano in Cina, dove tutte le attività sono ferme. La situazione è però peggiorata per l’Italia da quando il virus è arrivato nelle regioni settentrionali.
Considerata la situazione di emergenza in Lombardia e in Veneto, tante aziende hanno deciso o sono state costrette a rimanere chiuse e quindi a fermare la produzione. Le sole aree di Milano, Pavia, Lodi e Cremona rappresentano il 10% della produzione manifatturiera italiana, il che significa che se la situazione si dovesse protrarre nei prossimi giorni, sarà l’intera economia nazionale ad essere rallentata.
Il settore metalmeccanico dove vengono impiegate le macchine utensili subirà delle conseguenze molto gravi, soprattutto nel Nord Italia. Basta ricordare che sono quasi 200 mila le aziende metalmeccaniche in Italia, di cui quasi 50 mila sono lombarde.
Amuchina, parola più cercata sul web negli ultimi tre giorni
Se la produzione metalmeccanica ha subito un forte rallentamento, la produzione nel settore farmaceutico, in particolar modo la produzione di prodotti disinfettanti è alle stelle. Prendiamo l’esempio del prodotto Amuchina dell’azienda Angelini, in questi giorni è diventato il prodotto più cercato sugli scaffali di supermercati e farmacie. L’Amuchina, proprio come le mascherine, è un prodotto difficile da reperire di questi tempi in tutti i punti vendita del Nord Italia.
Normalmente il gruppo Angelini Pharma produce 6 milioni di litri di Amuchina all’anno nel suo stabilimento in Liguria e lo spedisce poi ad Ancona da dove viene distribuito in tutta Italia. Con l’arrivo del coronavirus, l’azienda ha registrato un aumento considerevole di richieste di questo prodotto e ha così deciso di riorganizzare le attività industriali per essere in grado di rispondere alla domanda dei consumatori.
È una situazione molto particolare per l’azienda, in quanto l’Amuchina non è il loro prodotto di punta; infatti Angelini produce in volumi molto più importanti medicine come il Moment o la Tachipirina. Le macchine destinate alla produzione e al confezionamento di Amuchina solitamente non lavorano a pieno regime durante tutto l’anno. In questi giorni, invece, i macchinari funzionano su tre turni giornalieri dal lunedì al sabato e l’azienda non esclude la possibilità di lavorare 7 giorni su 7 e H24 impiegando anche più personale per gestire al meglio la situazione.
Angelini è quindi pronta a far fronte all’emergenza incrementando in poco tempo la produzione per soddisfare l’enorme richiesta. I flaconi di plastica utilizzati come contenitori del prodotto vengono da fornitori esterni, bisogna quindi capire se anche questi fornitori sono preparati ad aumentare velocemente la produzione di questi contenitori.