La filiera farmaceutica italiana gioca un ruolo di primo piano nell’ideazione e nella produzione del vaccino anti-Covid. Nei laboratori di ricerca del nostro Paese sono nati diversi “candidati” vaccini, che nei prossimi mesi potrebbero arrivare sul mercato: a Pomezia, ad esempio, la IRBM ha ideato il vaccino poi sviluppato dall’Università di Oxford e da AstraZeneca; a Castel Romano, invece, ReiThera collabora con l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma per un vaccino entrato nella prima fase di sperimentazione.
Non solo: in Italia avverrà la procedura di confezionnamento in flaconcini sterili di centinaia di milioni di dosi di vaccino. Sanofi e Catalent, infatti, hanno scelto i loro stabilimenti del polo chimico-farmaceutico di Anagni (a qualche decina di chilometri da Roma) per confezionare il vaccino da distribuire in Europa. E, a chiudere il cerchio produttivo, troviamo delle eccellenze anche nella produzione di fiale in vetro sterili per la conservazione e dispacciamento delle dosi. La Stevanato Group di Piombino Dese, in provincia di Padova, sarà una delle aziende che fornirà le fiale in vetro borosilicato alla Coalition for Epidemic Preparedness and Innovations (CEPI).
Vaccino anti-Covid, le fialette parlano italiano
La CEPI è un’organizzazione globale che si pone l’obiettivo di finanziare progetti di ricerca in ambito medico-scientifico per lo sviluppo di nuovi vaccini e medicinali per bloccare nuove epidemie e pandemie. La Coalizione, che vede Bill Gates tra i suoi principali sponsor e finanziatori, ha sostenuto sin da inizio 2020 diversi progetti per lo sviluppo di vaccini contro il Covid. Tra questi, ad esempio, troviamo anche il vaccino realizzato dalla statunitense Moderna, che ha mostrato un’efficacia superiore al 90% nella terza fase di test, e quello di Oxford, che verrà prodotto nell’impianto Catalent di Anagni.
La Coalition for Epidemic Preparedness and Innovations, però, si occupa anche di aspetti organizzativi e produttivi e si è resa protagonista di una sorta di “corsa alla fialetta” per la conservazione e il trasporto delle dosi di vaccino. Con Stevanato Group, ad esempio, ha chiuso un accordo per la fornitura di 100 milioni di fialette in vetro borosilicato per conservare un massimo di 2 miliardi di dosi (ogni fialetta, dunque, ospiterà fino a 20 dosi di vaccino).
La scelta della realtà italiana non è niente affatto casuale. Da decenni, infatti, Stevanato Group si è specializzata nella produzione di dispositivi medicali, tra i quali le fialette. Tra i vari produttori mondiali, quello padovano rispetta tutti i requisiti di qualità previsti dalla CEPI e aveva la maggiore capacità produttiva “residua” immediatamente disponibile.
Stevanato Group, storia di un’eccellenza
Con alle spalle oltre 70 anni di esperienza, il Gruppo Stevanato è una delle molteplici eccellenze della filiera italiana della farmaceutica. Non solo: è tra i leader mondiali nella produzione di fiale in vetro borosilicato, una delle componenti fondamentali per garantire che vaccini e altri medicinali liquidi non subiscano alterazioni.
Un primato che, vale la pena sottolineare, non nasce in concomitanza con la crisi sanitaria scatenata dal virus SARS-CoV-2. Già nel 2019, tanto per fare un esempio, gli impianti all’avanguardia di Stevanato Group hanno prodotto 2 miliardi di fiale, su un totale di 12 miliardi prodotti in tutto il mondo. Nel 2020 l’attività del gruppo è ulteriormente aumentata e, dall’inizio dell’anno, sono state già fatte centinaia di nuove assunzioni.
A questo si aggiungono gli investimenti per la creazione di nuove linee di produzione, tanto in Italia quanto all’estero. In particolare, Stevanato Group ha investito 40 milioni di euro (su 400 previsti nel piano industriale 2020-2023) per la creazione di nuovi impianti di linee di formatura di tubo vetro in contenitori. In questo modo dovrebbe riuscire ad aumentare la propria capacità produttiva di oltre il 20% rispetto a oggi.