Nonostante la crisi legata all’emergenza sanitaria nel 2020, il primo semestre del 2021 ha registrato risultati più che positivi per il mercato dell’acciaio. In particolare, il comparto dei prodotti piani a caldo, ha assunto il primato italiano ed europeo nel settore della siderurgia. E i numeri sembrano prevedere un consolidamento importante nei prossimi mesi.
2020 e 2021: risultati a confronto nel settore dell’acciaio
Nel 2020 la produzione di piani a caldo in Italia, come conseguenza dello scoppio della pandemia, è diminuita del 16,2% rispetto al 2019. Una crisi inevitabile che ha colpito anche altri settori, come quello delle macchine packaging.
Nell’anno corrente, invece, la situazione relativa all’acciaio si è risollevata, registrando miglioramenti significativi, pronti ad attestarsi nei prossimi mesi. In particolare, come ha affermato Flavio Bregant, direttore generale di Federacciai, già a novembre 2020 il comparto ha ricominciato a crescere.
Nei primi cinque mesi del 2021, poi, i piani produttivi sono aumentati ancora, raggiungendo picchi del 15,5% (+625mila tonnellate) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Anche i settori utilizzatori dei piani a caldo in Italia, hanno registrato lo stesso andamento, con forti cali nel 2020. Nel 2021, la crescita rispetto all’anno precedente è stata generalizzata. L’automotive ha raggiunto incrementi del 60% e le costruzioni il 40%. Questi risultati fanno credere che nella seconda parte del 2021 la situazione sarà quantomeno stabile. Bisogna però specificare che, secondo le prospettive delineate a maggio da Eurofer, solo le costruzioni potranno tornare ai livelli pre-pandemici, mentre gli altri settori utilizzatori continueranno a registrare una diminuzione media attorno al 10% rispetto al 2019.
Prezzi in fase di stabilizzazione
Oltre a un incremento dei risultati produttivi raggiunti nel 2021, un altro aspetto che si osserva è un aumento dei prezzi nel settore dell’acciaio a fronte di una carenza di materie prime e prodotti. Come ha affermato Emanuele Norsa, editor di Kallanish e collaboratore di Siderweb, in vista dei prossimi sei mesi “i dati internazionali relativi ai prezzi delle materie prime mostrano come questi stiano entrando in una fase di stabilizzazione, seppure continueranno a restare a quote elevate”.
Una conseguenza piuttosto prevedibile, dal momento che l’Europa ha esteso la Salvaguardia, gli Stati Uniti hanno prezzi incalzanti e Cina e Russia hanno limitato l’export. In altre parole, la situazione a livello mondiale è molto eterogenea.
Focalizzandoci sul nostro continente, le attuali condizioni di mercato hanno svantaggiato i distributori, ma fatto gioco ai produttori. In particolare, in Italia l’estensione della salvaguardia sembra non tenere in considerazione le richieste di prodotto che potrebbero aumentare nei prossimi anni. La produzione di coils, per esempio, non copre la domanda. Una situazione che per l’Europa rischia di rappresentare un ulteriore fattore di perdita di competitività a livello economico. Una vera opportunità sprecata considerate le eccellenze a livello mondiale.
Probabilmente, la situazione potrebbe sbloccarsi con un sostegno pubblico al rinnovamento della siderurgia europea e con la realizzazione di nuovi impianti al post dell’ammodernamento di quelli esistenti.