Un altro anno vincente per il settore delle macchine e degli impianti per l’imballaggio, una crescita che per poco non raggiunge la doppia cifra con un +9,4% e che si concretizza in 7, 85 miliardi di euro. Questi i dati relativi al 2018 e diffusi da Ucima, (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio), che rileva come questa crescita sia pari a 9 volte quella del PIL italiano nello stesso periodo. Dati confortanti che, ancora alla fine dello scorso anno, il presidente di Ucima Enrico Aureli aveva in parte attribuito “al piano Industry 4.0, che ha favorito l’adozione delle più innovative tecnologie proposte dalle nostre aziende da parte della clientela italiana, ma è stato anche merito della ripresa del mercato”.
Un settore che non conosce il segno meno e che raggiunge la crescita a due cifre relativamente al mercato nazionale (+10,7%, pari a 1,6 miliardi di euro). Food and beverage sono i comparti principali, ma la maggior crescita si registra in quello farmaceutico. Al di là dei dati validi per il 2018, che andremo a scoprire nel dettaglio, possiamo ricordare che il campo delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio, composto da 631 aziende ubicate soprattutto lungo l’asse della via Emilia, da Milano a Rimini, (oltre che in Piemonte, Veneto e Toscana), ha alcune specificità sempre valide. Innanzitutto genera un quarto dell’export mondiale di macchine, è primo per quota sull’export totale dei beni strumentali (24,4%) e, per livello tecnologico e presidio dei mercati, si contende la leadership mondiale con la Germania.
Per quanto riguarda l’anno in corso il presidente Aureli rivela che nei primi tre mesi c’è stata una battuta d’arresto, ma che i successivi tre mesi hanno visto un incremento degli ordini, quindi le sue previsioni descrivono un bilancio per il 2019 “agli stessi ottimi livelli dell’anno scorso o lievemente superiori”.
Alla fine dell’anno scorso Aureli aveva previsto la lieve flessione di inizio anno e aveva espresso preoccupazione per le “politiche economiche e sociali del Governo che ad oggi dimostrano scarsa attenzione verso il mondo produttivo e che rischiano di marginalizzare l’Italia sullo scacchiere europeo”.
Per quanto riguarda il mercato estero si registra nel 2018 una crescita di 6,2 miliardi di euro con un tasso di del +9%. Cifre ben superiori ai dati pre-consuntivi del Centro Studi di Ucima, che in dicembre stimavano una crescita del 6,6%.
L’Unione Europea è l’area più significativa e rappresenta il 38,1% del fatturato totale, al secondo posto si posiziona l’Asia con il 19%, e terzo il mercato nordamericano con il 13,8% del totale.
Relativamente ai settori di destinazione, oltre al citato food and beverage (rispettivamente il 29,2% e 26,1% del fatturato totale), troviamo il raggruppamento “Altro” – (macchine per il tabacco, tissue, ecc.), con il 20,1% del totale e, a seguire, il settore farmaceutico con il 17,3% del totale, che ha fatto registrare gli incrementi maggiori. Solo agli ultimi posti troviamo i comparti chimico e cosmetico.